Sbellichiamoci dalle risa con gli stupri

Sbellichiamoci dalle risa con gli stupri
Sara Martínez 25/11/2020

Ci sono due tipi di stupro diversi, anche il più stupido lo sa. Non è lo stesso uscire dal lavoro, scendere nel parcheggio per prendere la macchina (attenzione, fuggi dai parcheggi come chi fugge dal diavolo) e trovare un predatore sessuale (ovviamente il predatore deve essere uno sconosciuto e se inoltre è uno straniero, oppure è nero, molto meglio) che ti salta addosso mentre cerchi di liberartene senza successo, che essere ubriaca perché hai bevuto come una spugna e che un povero ragazzo che è uscito a bere qualcosa e rimorchiarsi alcune ragazze approfitti della situazione per segnare un punto in più. Mettiamo le cose in chiaro, in entrambi i casi parte della colpa è tua, si dà per scontato, ma nel secondo caso l’hai chiesto a gran voce (dai, non si può essere così sgualdrina) e nel primo, invece, hai peccato di fiducia, come se si potesse andare in posti bui e solitari come se niente fosse, ahh, povera scema... Le cose sono come sono, non abbiamo bisogno di nessuna Giovanna d'Arco disposta a cambiare il mondo. Non vantarti di essere la speranza del pianeta… Ci sono due terribili insegnamenti su cui si basa l'educazione di una ragazza: Ci sono certi posti e momenti che non fanno per te, ed è meglio che impari la lezione, che sia con le buone o con le cattive.

Ecco a cosa serve la cultura, grazie a Dio, a insegnarci cosa è giusto e cosa è sbagliato, si tratta sempre di una sorta di bussola morale a cui rivolgerci per chiarire i dubbi. Nel romanzo di Margaret Mitchell “Via col vento”, Rhett Butler (interpretato da Clark Gable nell'omonimo film) sottopone la moglie, Rossella O'Hara (Vivien Leigh nel film), a stupro, uno stupro coniugale da manuale. Lei si ribella, si rifiuta, ma finalmente se la gode. “Quell'uomo l'aveva umiliata, offesa, l'aveva posseduta brutalmente durante una notte di follia, ed ella ne aveva esultato. Avrebbe dovuto vergognarsi, rabbrividire al ricordo di quella tenebra ardente e turbinosa! Una vera signora non avrebbe più potuto alzare gli occhi dopo una notte simile. Ma più forte della vergogna era il ricordo del rapimento, dell'estasi, dell'abbandono”. Prima lezione, prendete nota ragazze, le donne vogliono essere violentate. Lo stupro è un complimento, e sì, le donne possono scalciare, piangere o chiedere allo stupratore di smetterla e di lasciarle in pace, ma non appena si inserisce qualcosa nelle loro vagine raggiungeranno l'orgasmo irrevocabilmente. Quindi, non rinunciare a nulla.

Non dobbiamo neanche dimenticare la parte comica della questione, dobbiamo guardare il lato positivo della vita, sdrammatizzare un po', dai, smettila con le lamentele! Sembra che tu non faccia nient’altro tutto il giorno... Ecco come Hitchcock ritrae magistralmente la questione, nel seguente dialogo del celebre film “Frenzy”, uscito nel 1972:

- Agente: “L'uomo che uccide così è un criminale, uno psicopatico sessuale... e la legge non sa come comportarsi. Direi che si possono definire disadattati sociali”. (Rivolgendosi alla cameriera) “Parlavamo dell'assassino della cravatta. Le conviene stare attenta”.

- Cameriera: “Prima le stupra, vero?”

- Agente: “Sì, mi sembra di sì”. “Vede, anche le cose peggiori hanno un risvolto positivo!” (Risate) (...)

“Speriamo che compia un passo falso”.

“Da un lato spero di no. Non c'era una bella serie di delitti sessuali dai tempi di Christie. Sapesse quanto fanno bene al turismo. Gli stranieri immaginano Londra avvolta nella nebbia... piena di carretti e di prostitute sgangherate. Ehi, non crede?”

Un altro punto fondamentale è dare a ogni cosa la giusta importanza: quando vai allo zoo, non chiedi alle scimmie di non masturbarsi davanti a te, vero? Beh, sappiamo come sono gli uomini, è una questione di testosterone, a volte il loro istinto li vince, non ce la fanno a supportarlo, non riescono a trattenere la voglia, e non è colpa di nessuno. È la natura. Un altro esempio, parliamo della controversa scena di stupro nel film “Ultimo tango a Parigi” (1972). Sebbene sia stato censurato e ritirato dalle sale italiane a causa della scena, il film è stato un successo in tutto il mondo. Non importava che Maria Schneider (l’attrice protagonista) non fosse consenziente di quello che stava per accadere quando la celebre scena della sodomia con il burro è stata girata. Era necessario che la scena fosse credibile, non sprechiamo il talento recitativo degli attori, per favore! Facciamo in modo che le reazioni sembrino reali, o meglio, che siano reali! Come ha detto Bertolucci in una polemica intervista nel 2013: "Sono stato, in un certo senso, terribile con Maria, perché non le ho detto cosa stava per succedere. Volevo che avesse una reazione spontanea, da ragazza, non da attrice. Volevo che venisse fuori la sua umiliazione. Per ottenere qualcosa penso che si debba essere completamente liberi". Naturalmente!!!! È solo che bisogna essere completamente liberi.... E quindi, se per raggiungere la libertà si deve umiliare o violentare, allora si umilia e si violenta...Ma, ragazze, come non ci siamo rese conto prima?...

E attenzione, ecco qui l’esempio per eccellenza. Nel 1984, John Hughes ha fatto un gigantesco passo avanti con una commedia romantica liceale raccontata dal punto di vista della ragazza. Una svolta senza precedenti. “Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare” è stato un successo strepitoso. Milioni di adolescenti si sono identificati con i problemi della ragazza che si sente dimenticata dalla sua famiglia e invisibile al ragazzo che le piace. Naturalmente, non è un ragazzo qualsiasi, è quel giovane ideale che appare solo nei film americani, il galantuomo che ogni madre vuole per sua figlia. E guarda, tutto finisce bene, finalmente Jake, (l'eroe si chiama così), se ne frega della sua solita fidanzata, la popolare e festosa Caroline, e sceglie di andare con la ragazza protagonista. Non senza prima, naturalmente, dichiarare che la sua ragazza iniziale è talmente ubriaca che lui "potrebbe violentarla in dieci modi diversi se volesse", ma, cavolo, non ne ha voglia, peccato… e così la passa (come se fosse un pacco, guarda che bello ed elegante..) all'emarginato della storia con un "divertiti".

Lo stupro è una delle forme più estreme di violenza contro le donne, una forma di competizione tra uomini, un'arma di guerra, un’arma di umiliazione di massa, un esercizio di potere e di disprezzo così radicato nella nostra cultura che ci siamo permessi di stabilire quando è giusto o sbagliato, quando lo si chiede e quando potrebbe anche essere divertente. Il bello è che al momento attuale si comincia a capire certe cose, ad aprire un dibattito sull’argomento; il brutto è tutto il resto: far credere a qualsiasi donna che forse è colpa sua, che deve prendere precauzioni, che deve comportarsi in un certo modo, che non deve dare origine a certe situazioni... Invece di educare le donne nella cultura della paura e la prudenza, forse dovremmo cambiare la nostra strategia, che ne so, tanto per provare, forse dovremmo cominciare a educare gli uomini a non abusare, a non stuprare, a tenere le mani in tasca e il pene nei pantaloni e, tanto per cambiare, a lasciare le donne in pace una volta per tutte.

Immagine del blog: fotogramma del film "Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare".

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