Perché ogni persona dovrebbe sapere cosa significa il 25N?

25N Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Sua figlia, rimorchiava molto? Quella è la domanda che ha dovuto ascoltare la madre di Nagore Laffage durante il processo in cui si giudicava José Diego Yllanes, 27 anni, per l’assassinio della ventenne durante la festa di San Fermino nel 2008. Loro sono andati insieme a casa, lei si è rifiutata di avere dei rapporti sessuali e lui l’ha ammazzata. Si erano già baciati e accarezzati e lui ha detto di “aver perso la testa”. Fu omicidio, non assassinio, hanno dichiarato. Oggi, undici anni dopo, Yllanes è in libertà condizionale e potrà esercitare la professione di psichiatra della sanità pubblica a partire del 2020.

Nove anni più tardi, le autorità berlinesi sono state costrette a creare “un’area di sicurezza” per le donne durante la festa di Capodanno. Il motivo? Evitare aggressioni sessuali come le molestie di massa accadute a Colonia durante la festa di San Silvestro nel 2015. Una misura che era già stata messa in moto in occasione del Oktoberfest a Monaco di Baviera (dove, nel 2016, si sono ricevute più di 200 denunce di donne), e che è stata considerata discriminatoria e inefficace, visto che non era rivolta agli aggressori.

Luglio 2019, Mülheim an der Ruhr, Germania. Diversi ragazzini di 12 a 14 anni hanno commesso uno stupro di gruppo “notevolmente violento” ai danni di una diciottenne, e dopo l’hanno lasciata abbandonata in mezzo ai cespugli. Secondo un rapporto della polizia, in aprile del 2017, l’ultimo anno di cui ci sono dati disponibili, il paese germanico ha registrato fino a 380 casi di stupro di gruppo e nel 60% dei casi gli aggressori avevano meno di 25 anni. In Germania continuano a considerare questi casi come “drammi familiari”.

Ce ne andiamo adesso in Italia, dove, nello stesso anno, tre giudici hanno assolto i due accusati di aver violentato una ragazza perché era “troppo mascolina”. Secondo il testo della propria sentenza, la donna “somigliava un maschio ed era poco avvenente per aver subito una violenza”; quindi, le magistrate hanno dichiarato che non si poteva escludere che fosse stata la vittima, che veniva definita in un passaggio come “la scaltra peruviana”, a “organizzare la nottata goliardica inducendo gli accusati ad avere rapporti sessuali per una sorta di sfida”.

Il silenzio non è consenso. Che lei sia ubriaca non è consenso; che lei vada a casa tua non è consenso; che lei metta una minigonna oppure sia nuda non è consenso, se lei dice di sì e poi dice di no, non è più consenso. Diversi uomini contro una donna sola, diversi uomini che si mettono a gridare “ora è il mio turno e poi è il tuo turno”, quello è sempre uno stupro. “Il fatto che una persona ubriaca sia accerchiata di notte da cinque uomini che, senza dire nulla, stendono la mano e gli chiedono il portafoglio, è sempre considerato una rapina con violenza. Invece, quando questo succede a una donna e ciò che è chiesto sono dei rapporti sessuali, si discute sempre se lei ha consentito oppure no. Lo stupro dovrebbe sempre considerarsi un reato senza il consenso della vittima e non contro la sua volontà, ha dichiarato la professoressa Patricia Faraldo in un’intervista al giornale El País. Perché non smette di essere uno stupro, anche se si chiede per favore. Finché ogni donna non potrà ritornare a casa all’alba senza avere paura, fino a quel momento, dovremo continuare a lottare.

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